CULATELLO DI ZIBELLO
Il culatello è uno dei salumi più prestigiosi della tradizione italiana. Patria di questo
eccellente salume è la " bassa parmense "la zona del territorio ( la nostra) della provincia
parallela al fiume Po,in particolare la zona di Zibello, il cui clima procura quelle inconfondibili
qualità di dolcezza e fragranza. Si ricava dalla parte muscolosa degli arti posteriori del suino,
privata di cotenna e di osso e stagionata nelle zone rivierasche del Po e della Bassa Parmense.
Prendendo come riferimento il prosciutto che è fatto con la coscia interna, il culatello
si ottiene stagionando, per almeno 12 mesi, solo il muscolo posteriore della coscia.
Le altre parti vengono utilizzate per produrre il "fiocchetto". Il salame viene fatto maturare
insaccato in una vescica, che viene poi legata con una fitta rete di corda. Il suo peso oscilla
tra i 3 ed i 5 kg; la sua forma è caratteristicamente a "pera". Per ottenere un culatello
bisogna dunque "smontare" una coscia, rinunciando così a destinarla a un prodotto già
molto pregiato, come il prosciutto: questo, la lavorazione di carattere artigianale, la lunga
stagionatura e la delizia del suo sapore ne spiegano il costo particolarmente elevato.
È il più pregiato ed ignoto dei salumi italiani e si produce in una manciata di comuni della provincia
di Parma, sulle rive del Po dove l’umidità, la nebbia, il caldo afoso estivo e il freddo bagnato
invernale creano l’ambiente giusto, l’unico ambiente giusto, per la maturazione ottimale del Culatello
di Zibello, dalla forma di grossa pera, dal profumo intenso e inimitabile.
Ogni Culatello è un pezzo unico e ha storia particolare.
I cultori sostengono che dallo stesso maiale vengano fuori due culatelli diversi e che quello più buono sia
quello della coscia sulla quale l’animale non è solito sdraiarsi…
Sinistro o destra che sia, va affettato molto sottile e gustato con pane fatto in casa o gnocco fritto
accompagnato da un bel bicchiere di vino Fortana o di Lambrusco.
PARMIGIANO REGGIANO
Il classico e prestigioso formaggio italiano noto ed apprezzato in
tutto il mondo per le sue peculiarità inimitabili, ha origini antichissime. La testimonianza
più nota e più precisa è quella del Boccaccio che nel suo Decamerone, scritto intorno al
1350, cita il Parmigiano descrivendone un impiego tuttora attualissimo (condire
maccheroni e ravioli).
E' pertanto indubbio che già nel 1200-1300 il Parmigiano Reggiano avesse raggiunto
quella tipizzazione perfetta e quella notorietà che si è conservata sostanzialmente immutata
fino ai giorni nostri.
E la nostra è la zona di maggior produzione.